Sid Meier’s Starships: uno spin-off bello ma breve

Se c’è una cosa che non si può dire di Sid Meier, è che sia uno a cui non piace rischiare. Di rischi in passato se n’è presi tanti con i vari spin-off della longeva saga di Civilization, e nonostante i tanti fallimenti (come non ricordare Alpha Centauri o Pirates), continua imperterrito nella sua sperimentazione. Beyond Earth è stato uno di questi esperimenti, ed è stato superato, seppur non a pieni voti. Starships era un’esperimento ancora più rischioso, ma possiamo dire senza ombra di dubbio che è stato promosso.

Cos’è Sid Meier’s Starships

Sid Meier’s Starships è uno spin-off di Beyond Earth dalla forma di un DLC stand alone. Tradotto per chi non mastica benissimo lo slang del mondo dei videogiochi, si tratta di un titolo ispirato a Civilization Beyond Earth che però segue tutta un’altra linea, breve come un’espansione, ma che non ha bisogno del gioco originale per poter essere giocato. In sostanza anche chi non ha Beyond Earth può acquistare e giocare con Starships.

Dal punto di vista tecnico, Sid Meier’s Starships rivoluziona completamente il modo di giocare alla saga di Civilization. Anche se rimane il dogma dei turni, cambia tutto il resto. Per la prima volta non ci troviamo in un mondo, ma nello spazio aperto. Non ci muoveremo perciò su terreni sconnessi ma nel vuoto cosmico, volando da un pianeta ad un altro. Scopo del gioco è avere la meglio sugli avversari dal punto di vista militare (eliminadoli tutti), scientifico (ottenendo 6 evoluzioni in almeno 3 categorie scientifiche), territoriale (controllando il 61% della popolazione universale), oppure culturale (costruendo almeno 6 Meraviglie).

Dettagli sul gameplay

Per una volta non saremo noi a conquistare o fondare città (le città si fonderanno solo per aumentare la percentuale di popolazione controllata, ma saranno praticamente invisibili), ma dovremo conquistare soltanto i pianeti già esistenti. Ogni pianeta si può unire al nostro impero volontariamente, quando lo aiutiamo in alcune missioni come scacciare i pirati dello spazio, combattere gli alieni che li soggiogano, bloccare eventuali nemici che hanno rubato informazioni scottanti, e così via; oppure si possono annettere con la forza, attaccando cioè un avversario che le controlla.

Ogni volta che annettiamo un pianeta, o portiamo a termine una missione, ci verranno forniti metalli (che servono per la realizzazione di edifici o meraviglie), crediti (per migliorare le nostre astronavi), scienza (per progredire con le tecnologie) o cibo (per aumentare la quantità di popolazione). La vera novità però sta nelle battaglie. Mentre in tutti gli altri Civilization eravamo abituati a dare l’ordine ad una truppa di attaccare, e l’attacco veniva risolto automaticamente, adesso saremo noi a decidere le sorti dello scontro. Anche i combattimenti sono a turni, ci troviamo in un campo di battaglia spaziale sul quale dovremo muovere le nostre “truppe” (le astronavi) e trovare i punti strategicamente migliori per colpire gli avversari, cercando di subire meno danni possibile.

Conclusioni

Complessivamente il gioco è molto più “povero” rispetto ai Civilization tradizionali, ma è molto più movimentato. Non esistono quasi per nulla i concetti di diplomazia e commercio, di fatto si combatte solamente. L’aspetto positivo è che però si tratta di un DLC, o almeno viene venduto come tale. Se costasse a prezzo pieno (50 euro) sarebbe un furto, ma considerando che costa solo 14,99 euro, va valutato come DLC. E in questo caso si può considerare un ottimo videogioco. Divertente, non molto longevo ma molto rigiocabile, le scelte sono tante e le strategie sul campo di battaglia sono coinvolgenti. Se davvero Starships fosse un esperimento per portare le battaglie su Civilization VI, dal nostro punto di vista l’esperimento è riuscito e ci auguriamo di rivederle anche nel prossimo kolossal.

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