Bambini, tablet e smartphone: l’approccio dei più piccoli alla tecnologia

Chi ha figli o nipoti presto o tardi si pone questa domanda: come gestire l’approccio dei più piccoli all’uso di tablet e smartphone? I dispositivi tecnologici infatti non dovrebbero mai diventare dei baby-sitter digitali e l’ideale è concordare il tempo di utilizzo ed essere inflessibili su questa regola. L’uso eccessivo infatti può essere dannoso per uno sviluppo equilibrato del bambino, mentre un tempo consono può essergli addirittura di beneficio per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità mentali e l’abitudine e la familiarità ad utilizzare l’elettronica anche quando sarà più grande.

Questi prodotti infatti da un lato possono migliorare sicuramente l’attenzione ma dall’altra non devono diventare l’unico compagno di giochi né il diversivo quando vogliamo calmarli o tenerli impegnati.

Bambini, tablet e smartphone: quando e come avvicinare i giovanissimi alla tecnologia

Il mondo delle nuove tecnologie è ricco di spunti e di fascino, sia per i grandi ma soprattutto per i bambini che ancora non sono abituati all’utilizzo di tablet e smartphone: a che età risulta più opportuno introdurli all’utilizzo di uno di questi dispositivi e quanto tempo il giorno dovrebbero dedicarci? Ecco alcune considerazioni da parte di esperti che possono esserci di aiuto nella riflessione e nella decisione finale che spetta sempre al genitore:

  1. se la scelta del genitore deve essere un’opzione tra abbandonare il bambino davanti alla tv o ad uno schermo più piccolo, il problema è a monte: la creatività difficilmente può svilupparsi davanti ad un display digitale che vincola e addormenta, pur tranquillizzando nella maggior parte delle volte i bambini agitati (almeno sul momento certo, il problema non è risolto). La qualità delle trasmissioni televisive o un’applicazione dedicata ai bambini possono essere equiparabili sotto molti punti di vista.
  2. Gli adulti spesso hanno paura che i bambini si avvicinano alla tecnologia perché proiettano su di loro i propri comportamenti, come l’eccessivo tempo trascorso su alcuni giochi di Facebook o l’uso di piattaforme per adulti, siti di scommesse e così via: questi sono dati che provengono da statistiche internazionali.
  3. Qualsiasi sia l’età del bambino bisogna tenere in considerazione il tempo e il contesto perché i dispositivi elettronici non devono diventare delle baby-sitter e lo stesso discorso dovrebbe valere anche per la televisione. È fondamentale rimanere al fianco dei bambini durante il loro utilizzo delle applicazioni così come quando usufruiscono della tv. Dobbiamo essere presenti per spiegare loro come funziona e verificare che si divertono e possono imparare. Allo stesso modo è fondamentale concordare dei tempi ed essere inflessibili su questo punto. Inoltre il genitore dovrebbe continuamente interagire col bambino per porgli domande e mostrarsi interessato a quello che sta facendo, a qualsiasi età (e in realtà non solo quando ha davanti ha un dispositivo elettronico ma anche  quando sta disegnando o passando il tempo con altre cose). Tutte le attività dovrebbero essere più attive possibili per non isolare il bambino e istigarlo comportamenti passivi, incontrollati dettati da giochi tutt’altro che stimolanti.
  4. Secondo l’Accademia delle scienze francesi il tempo di utilizzo di questi dispositivi non dovrebbe superare i 30 o 60 minuti di seguito, stabilendo come età minima quella alla quale il bambino riesce a tenere un tablet o telefono in mano senza romperlo. A tale scopo possiamo rivestire i dispositivi elettronici con appositi e robusti case e custodie.
  5. Non tutti i giochi e le applicazioni implicano un atteggiamento passivo da parte dei giovani utilizzatori: alcuni programmi come Minecraft possono essere utilizzati tranquillamente da ragazzini dai nove anni in su per divertirsi a costruire e creare ambienti così come nella realtà si fa con i classici mattoncini colorati. Alcuni giovanissimi Youtuber hanno creato dei canali per condividere e aiutarsi gli uni con gli altri ed è anche pensando a queste potenzialità future e stimolando il pensiero collaterale che possiamo mostrare ai bambini come utilizzare positivamente i nostri strumenti tecnologici moderni.

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