Civilization: Beyond Earth, recensione

È il sogno di tanti giocatori di vecchia data della saga di Civilization. Tutti i precedenti capitoli potevano essere terminati con la spedizione nello spazio di un’astronave. E molti così si sono chiesti: ma cosa succede dopo che l’umanità arriva nello spazio? La risposta è Civilization: Beyond Earth, sequel spin-off di Civilization V uscito di recente per PC, Mac e Linux.

Civilization: Beyond Earth è l’erede spirituale di Civ V in quanto parte dalla sua base per poi espandere tutta una serie di concetti del tutto innovativi. Dal precedente titolo CBE eredita lo stile di gioco che si sviluppa come uno strategico a turni in cui i nostri soldati, esploratori e lavoratori si muovono su uno scacchiere esagonale. Alcuni parametri come la scienza e la cultura sono stati confermati mentre l’oro è stato sostituito dall’energia e la felicità dalla salute, ma i concetti chiave restano gli stessi.

Scopo del gioco è fondare le nostre città in modo da sviluppare la tecnologia grazie anche al supporto delle materie prime aliene, e salvare l’umanità dall’estinzione. Per farlo possiamo scegliere fra tre affinità: l’armonia, la purezza e la supremazia che ci faranno vivere in armonia con il pianeta che ci ospita o, al contrario, ci porteranno a far prevalere la razza umana sulle creature autoctone. A seconda della strada che scegliamo, la storia cambia. I “bivi” riguardano lo sviluppo della scienza, che stavolta non è più lineare ma può prendere diverse direzioni a seconda dell’affinità che abbiamo scelto, e le missioni.

Per la prima volta infatti abbiamo degli eventi casuali o delle vere e proprie missioni che ci vengono assegnate dal gioco, le quali ci consentono di ottenere dei bonus o un punteggio in una delle tre affinità. Procedendo con le affinità vedremo crescere anche i nostri soldati che diventano più potenti, e cambiano anche di aspetto, non scoprendo nuove tecnologie ma ottenendo punteggi elevati nelle affinità.

Lo scopo del gioco, come detto, è di salvare l’umanità. Per farlo abbiamo 4 tipologie di condizioni di vittoria (in tutto sono 5 ma una è la classica vittoria per dominazione), ognuna delle quali raggiungibile con un’affinità scelta. L’aspetto positivo è che non è detto che, una volta scelta un’affinità, si debba restare fossilizzati su di essa. Si possono anche ricercare tecnologie di affinità diverse e si può decidere di cambiare percorso e intraprendere una diversa condizione di vittoria. A seconda dell’affinità poi potremo salvare l’umanità trasportandola sul nuovo pianeta, tornando sulla Terra più potenti e risolvendo i problemi qui da noi, o altre strade ancora.

Le novità sono tante e non si fermano alle condizioni di vittoria. La strategia commerciale ad esempio è rivoluzionata. Non si scambiano più le risorse di lusso, ma solo quelle strategiche. Si possono però avere rapporti commerciali attraverso i convogli e i vascelli commerciali con i quali scambiare risorse o all’interno delle proprie città o con quelle straniere; lo spionaggio è molto più approfondito e permette di intraprendere molte più missioni; e infine, ovviamente, le tecnologie, gli edifici e le grandi meraviglie sono tutti completamente nuovi.

Nonostante il forte stacco dal solito tema Civilization a cui siamo abituati, va detto che Beyond Earth regge bene il confronto con i suoi predecessori, non viaggia troppo con la fantasia e, dopo un primo naturale senso di smarrimento, ci consente di capire a pieno tutte le funzioni e le novità. Non è ancora perfetto nel senso che la diplomazia lascia un po’ a desiderare e c’è poco bilanciamento in molti aspetti, ma le tante novità del titolo e una prospettiva del tutto nuova faranno piacere a tantissimi appassionati della saga.

Voto: 8.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *